Ci ha lasciati un grande della canoa: Renzo Rampado, storico tecnico e allenatore della Canottieri Padova, conosciuto e apprezzato in tutta Italia da atleti e allenatori.
Con le parole del presidente Dogà, lo saluta il Canoa Club Mestre
Ciao Renzo,
Hai corso una gara della quale già conoscevi il risultato, da tempo. Ma non hai “mollato”, mai!
Sempre presente, accanto ai tuoi atleti.
Ci lasci un vuoto incolmabile
Tutto il Canoa Club Mestre è vicino alla famiglia Rampado
Renzo, classe ’49, è stato anche protagonista del libro “Gente di fiume”, scritto da Anna Turra e vincitore del secondo premio del XL Concorso Nazionale per il racconto sportivo.
Il racconto è un poetico ritratto del figlio di contadini che s’innamora del fiume, della canoa e a forza di volontà, di sacrifici, riesce a diventare atleta vero, a essere chiamato nelle Fiamme Gialle, il gruppo sportivo della Guardia di Finanza, ad arrivare alla nazionale, ai podi a viaggiare e poi a trasmettere la passione ai più giovani, a insegnare che “il fiume bisogna capirlo, assecondarlo, ma mai lasciarlo vincere”. Anna Turra ha conosciuto e apprezzato Renzo, fino a farlo diventare protagonista del suo racconto, quando ha preso a seguire i suoi figli sui campi gara della canoa.
“Adesso ho sessanta anni – gli fa dire l’autrice – sono in pensione, ma seguo ancora la Canottieri Padova come allenatore sociale, guido il pulmino, trasporto i materiali, faccio la manutenzione delle barche… L’importante è la motivazione. Vorrei farlo capire a questi ragazzi che hanno tutto e vogliono tutto e si lamentano di ogni piccolo male”.
“Renzo – confida Anna Turra – ha letto il racconto e si è commosso enormemente. Io spero soltanto di essere riuscita a ‘inventare dal vero’, come diceva il poeta Attilio Bertolucci. A costruire una storia di riscatto attraverso lo sport che dedico a tutti i Renzi della canoa, soprattutto a quelli che non hanno mai vinto niente”.
Pino Scarpellino, fondatore ed ex presidente dell’Unione Nazionale Allenatori Italiani di Canoa, lo ricorda così:
Le ultime pagaiate date con stanca rassegnazione, ma sicuramente con la rabbia del combattente, che non si vuole arrendere facilmente, tenace fino alla fine … così Renzo Rampado ha terminato la sua gara, sull’ultimo traguardo della vita.
Renzo Rampado non era solo uno degli storici allenatori della Canottieri Padova. Era un vero personaggio di quel parterre così variegato sui campi di gara della canoa velocità.
Con il suo fido contacolpi al collo, era instancabile in sella alla sua bicicletta, su e giù per il percorso per non far mai mancare il proprio sostegno nelle competizione ai suoi “putei” … dei quali era più di un padre, era un leader, una presenza a volte burbera, ma autorevole e rassicurante.
Era un punto di riferimento anche per noi allenatori con i capelli bianchi, con il suo modo di fare schietto e sincero da buon veneto; poche parole ma buone e, soprattutto, sensate e competenti, sentenziate dopo attenta valutazione dell’argomento, degli atleti.
Aveva l’occhio lungo Renzo per gli equipaggi, grande competenza e onestà, per cui quando si trattava discutere negli interminabili “dopo cena”, tra i componenti dello staff tecnico della nazionale, quando prendeva la parola, lo si ascoltava con attenzione.
Per contro, non era a proprio suo agio nelle riunioni plenarie, dove spesso ascoltava molto e interveniva poco, scuotendo la testa e muovendo i suoi baffoni in una smorfia di disapprovazione.
Per questo si fidava dell’Associazione degli Allenatori, di quel gruppo storico dell’UNAIC che aveva contribuito a fondare e far crescere, sempre presente e prodigo di saggi consigli; ma anche piacevole e simpatico compagno di riunioni conviviali, davanti a buon bicchiere di vino e salame nostrano, che spesso contribuivano a stemperare polemiche e discussioni tecniche.
Da buon “patron” era incline alla mediazione, ma anche pronto alla lotta, se il fine era giusto.
In quei casi mi chiamava in disparte e mi dispensava suggerimenti, intercalando sempre con “sta’ atento Pino” e io mi sentivo rassicurato e sostenuto, sempre.
Ci mancherai Renzo … mancherai alla tua famiglia, ai tuoi ragazzi della Canottieri, al tuo fido compare Tullio, ai tuoi cuccioli, che allevavi con tanto amore … e sentiremo tanto la tua mancanza, noi allenatori, colleghi e i tanti componenti della grande famiglia della Canoa Italiana, ma soprattutto Ti salutiamo noi … gli “amici dell’UNAIC”.
Ciao Renzo, amico mio … se lassù c’è un K4, adesso è in buone mani !
Pino Scarpellino