«No alla darsena in Punta San Giuliano. Sarebbe un’operazione che va al di là dei reali interessi dei cittadini». È Alfredo Scibilia, presidente dell’associazione “Sportinsieme, la terraferma apprendere che il progetto di costruire una darsena non è stato affatto accantonato. Lo dimostra il fatto che si parli di scavare di ben quattro metri i fondali: un intervento costoso e del tutto inutile dal punto di vista di chi in quella zona pratica discipline non invasive come canoa, vela e canottaggio».
Il timore delle società rappresentate da Sportinsieme è quello di veder completamente snaturata Punta San Giuliano. «Noi non siamo contrari alle esposizioni della nautica, questo sia chiaro – precisa Scibilia – né a un Salone nautico provvisorio, allestito in attesa di trovare una sistemazione permanente a un «prodotto» che senz’altro potrebbe portare ricavi utili, anche per sistemare l’area. Costruire una darsena però non interessa la maggior parte dei cittadini, non è giusto che chi pratica uno sport pulito in tutti i sensi venga penalizzato ulteriormente. Già oggi nell’ingresso del Canal Salso c’è un problema di moto ondoso per le remiere, figurarsi cosa accadrebbe moltiplicando le imbarcazioni a motore».
Nel dettaglio sono 5 le società che trattengono il fiato quando di parla del futuro di Punta San Giuliano: Canottieri Mestre, Circolo Velico Casanova, Circolo Vela Mestre, Canoa Club Mestre e la sezione canoa della Spes Mestre. Un punto fermo degli aderenti a Sportinsieme è il «no alla privatizzazione e desertificazione delle aree».
«Per la riqualificazione di via Olimpia possono esser fatte considerazioni analoghe, perché quella che tra qualche anno dovrebbe diventare una delle porte di Mestre oggi vive solo grazie alle associazioni sportive. Se gli spazi pubblici diventassero commerciali cosa ne sarebbe di loro»?
© riproduzione riservata
fonte: il Gazzettino